Welfare state
L’insieme degli
interventi pubblici attraverso cui lo Stato cerca di attuare i diritti sociali
dell’individuo si chiama “Stato del benessere”, o meglio conosciuto come “Welfare
State”. Il nome indica un tipo di stato che si fa carico del benessere dei suoi
cittadini, con l’obiettivo di garantire loro gli standard minimi di vita rispetto
al reddito, all’alimentazione, alla salute ecc., e tutela legalmente ed
economicamente i momenti più critici della vita umana. Le prime leggi sulla
previdenza e assistenza pubblica per i lavoratori dell’industria e le loro
famiglie sono state emanate nel 1883 in Germania dal cancelliere Otto Von
Bismark, che istituì anche delle assicurazioni obbligatorie, ovvero l’obbligo per
il lavoratore e l’imprenditore di versare allo Stato una quota del salario in
cambio di indennizzi monetari nel caso di incidenti.
Il modello di
Welfare si diffuse rapidamente, anche se con modalità e forme diverse, nel
resto del mondo. Lo Stato sociale è ritenuto una componente essenziale della società
europea, per questo si dice che è un’invenzione del nostro continente. La produzione
della ricchezza ha creato, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento,
enormi risorse fiscali che consentirono il finanziamento del Welfare State. Nell’età
d’oro dello Stato del benessere si attuarono le principali politiche sociali
assistenziali, sanitarie e previdenziali.
Per alcuni
decenni lo Stato sociale è sembrato la soluzione per tanti problemi delle
società industrializzate. Però, verso la metà degli anni Settanta e principalmente
negli anni Ottanta e Novanta, il Welfare entrò in ina fase di crisi abbastanza
acuta. Le ragioni erano la crisi dell’ordine finanziario, dell’organizzazione e
di legittimità. In realtà il problema era semplice: le società non hanno sempre
le risorse per poter garantire una protezione sociale.
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