Bambini e donne tra Settecento e Ottocento

Il dibattito illuministico sulle caratteristiche dell'infanzia diede origine a due correnti di pensiero e di ricerca. Una ispirata ad una concezione romantica dell'infanzia, che interessò soprattutto filosofi, educatori e uomini della scuola, l’altra invece si sviluppò soprattutto in ambito medico.

 


Johan Paul Friedrich Richter
nato nel 1763 a Wunsiedel in Germania, studiò teologia e si interessò alle scuole elementari. Acquisì notorietà come scrittore e romanziere, e fu l’autore del saggio educativo "Levana", del 1807. Come scrittore si distinse per la sua empatia e sensibilità verso l’infanzia. Nell’ottica di Richter il bambino non era solo presentato come la speranza per il mondo di domani ma era anche il depositario della capacità di guardare alla realtà in maniera ingenua e ottimistica. Richter era fermamente convinto che la crescita del bambino avesse bisogno di condizioni favorevoli, che dipendevano principalmente dagli adulti. Richter credeva nella creazione di un'atmosfera educativa concreta, costituita da situazioni plausibili, con le quali l'adulto viene guidato alla scoperta dell'infanzia ma anche di sé stesso. Con "Levana", aspirava ad una acuta e aggiornata conoscenza dei meccanismi affettivi e cognitivi dell'infanzia.

 
Jean-Marie-Gaspard Itard è stato un medico dell’istituto per sordomuti di Parigi e durante la sua vita studiò l’infanzia e l’educazione. Nel 1800 vene “catturato” un ragazzo allo stato animalesco nei boschi dell’Aveyron, nel sud della Francia, ed ebbe la possibilità di studiarlo. Era totalmente privo di educazione e aveva solo bisogni fisici, lo utilizzò per cercare di rispondere alla domanda: “chi è l’uomo allo stato di natura?”. Siccome il ragazzo non parlava venne trasferito all’istituto per sordomuti in cui Itard lavorava, anche se voleva rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico. Itard decise di tenerlo in custodia e di cominciare a educarlo. Verificò però, la curiosa circostanza, dell’impossibilità di fornire ad un essere umano gli insegnamenti non ricevuti al momento opportuno. Il medico concluse che l’uomo allo stato di natura non è perfetto e che è un animale incompiuto.

Le donne, nel corso della storia, sono sempre state escluse dall’istruzione e solo con grande fatica gli venne data la possibilità di studiare. Dovevano essere modeste, vivendo una vita escluse dalla società, circondate solo dalla famiglia e dal marito. Pian piano però, si diffuse l’idea che anche per le donne fosse utile saper leggere e scrivere. Studiavano a casa e solo le più ricce potevano permettersi di andare in conventi o negli educandati. Le differenze tra l’istruzione maschile e quella femminile erano principalmente la durata del percorso scolastico (4-7 anni per i ragazzi e massimo 2 per le ragazze). Le ragazze studiavano meno latino e si concentravano sul ricamo e sui lavori domestici. Anche se alcuni aspetti della vita delle donne cominciarono a cambiare, molti altri restarono a lungo così com’erano, come la visione pessimistica che si aveva di loro. Anche Rousseau, nonostante fosse molto innovativo, sosteneva il rapporto gerarchico tra uomo e donna, e riteneva che non dovesse essere troppo istruita. Con la Rivoluzione francese la figura della donna divenne più importante, si occupò di politica e divenne un bene per la comunità

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