Le “grandi religioni
mondiali”: le famiglie indiana e cinese
Le grandi
religioni mondiali sono dei movimenti spirituali a cui aderisce un numero considerevole
di individui e movimenti con un’antica tradizione di pensiero e testi “sacri”. Le
famiglie si suddividono in tre gruppi: la famiglia indiana, che comprende
induismo e buddhismo, la famiglia cinese, con confucianesimo e taoismo, e
infine la famiglia semitica, con ebraismo, cristianesimo e islam. Solo le
religioni della famiglia semitica sono monoteiste.
Tra tutte le “grandi
religioni” l’induismo è la più antica, i testi più antichi sono i Veda, che risalgono
al II millennio a.C. e sono in sanscrito. Le divinità principali di questa
religione sono Brahma, che significa creazione, Vishnu, conservazione, e Shiva,
ovvero distruzione e rinascita. il buddhismo invece, si collega a Buddha, che
significa illuminato, cioè Siddhartha Gautama, un nobile nepalese del VI-V a.C.
Lo Jainismo è affine all’induismo e al buddhismo, prende il nome da Jina,
vittorioso, considerato l’ultimo di 24 profeti.
Induismo e
buddhismo non rifiutano la visione di forze spirituali superiori all’essere
umano, ma non sono religioni nate da una rivelazione divina, come le religioni
semitiche. Tutti gli esseri sono coinvolti nel ciclo infinito della vita,
ovvero il Samsara. Il Samsara è stato creato dal desiderio di essere e di avere
degli uomini, ci si può sottrarre solo avendo un punto di vista superiore e
distaccato verso le cose del mondo, l’accettazione della vita. Queste religioni
sono quindi un complesso di idee che insegnano a uscire dal Samsara e a
raggiungere il Nirvana, in cui il ciclo delle reincarnazioni si interrompe. L’idea
di queste religioni è il ciclo delle reincarnazioni, tutti gli esseri possonoo
scendere o salire nella scala. Il riscontro sociale di questa concezione sono
alcune pratiche come le caste e il vegetarianismo.
La divisione
della società in caste fa parte solo dell’induismo, è un modo per distinguere
gli uomii e deriva da un’idea di destino, il karma. Nella vita precedente il
comportamento determina la collocazione sociale nella vita successiva. Al vertice
ci sono i bramini e al livello più basso invece i paria o dalit. Un altro elemento
importante è la ricerca di una guida spirituale, ovvero il guru. C’è la concezione
del cosmo come pervaso da un’unica forza spirituale, ricerca della guida e il
vegetarianismo sono gli aspetti delle religioni della famiglia indiana che
ispirano gli occidentali a convertirsi.
La famiglia
religiosa cinese: confucianesimo e taoismo
A questa famiglia
appartengono il confucianesimo e il taoismo, più una variante del buddhismo. In
Occidente vengono considerati più delle filosofie perché non considerano gli dèi
come i creatori del mondo, ma riflettono sul rapporto dell’essere umano con la
dimensione spirituale. Per queste ragioni il culto degli antenati è molto
importante, compiono spesso rituali, perché si pensa che questi veglino sui vivi.
Quasi tutte le abitazioni, infatti, hanno un piccolo altare dedicato a loro.
Il confucianesimo nasce e si sviluppa dall’insegnamento di Confucio, che ha fondato una filosofia che cerca di trovare un accordo e un equilibrio tra l’uomo e il potere, l’ordine della natura e del cielo. Nella Cina antica non esisteva una classe sacerdotale come quella induista e il ruolo dei sacerdoti era svolto dai funzionari governativi. Un altro elemento importante di questa religione è la dottrino dello Yin e dello Yang, sono due forze complementari della natura, non c’è una connotazione “buona” o “cattiva” e sono alla base dell’equilibrio della natura. Le idee di Confucio furono adottate dagli uomini e costituirono la base filosofica-religiosa dello Stato cinese per circa 2000 anni. All’inizio del XX secolo il confucianesimo venne rifiutato prima dalla Repubblica e poi dal partito comunista, guidato da Mao Tse-Tung nel 1949.
Il nome Taoismo
deriva da Tao: la via, che è una forza da cui scaturisce la natura, la terra,
il cielo e il cosmo e quindi gli esseri umani. Lao Tzu è considerato il
fondatore di questa religione, e credeva che gli uomini dovessero assecondare
questa forza, quasi una rassegnazione ai fatti del mondo. In più il governo,
nel suo pesiero, non deve interferire in ciò che i sudditi fanno, si deve
limitare a evitare che il male venga commesso.
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